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Criticisms -

Criticisms


Le storie che narrano le vicende dell’uomo moderno sono gli echi di storie antiche, di storie immaginarie dove l’umanità ha costruito il suo castello di illusioni e dove il faro sempre acceso delle sue domande esistenziali hanno proiettato, fondamentalmente, le angosce terrificanti di una esistenza misteriosa di cui non c’è certezza, nè consolazione, persino, ad opera di ingannevoli apparizioni.
E’ il gioco interpretativo ed inventivo dell’occhio che vede la realtà come uno spettacolo di meraviglie, una sorta di immaginario che fa vedere “tutto in una forma di novità”.
(Baudelaire)


Questo scenario estetico dove i simboli della natura, della vita, della narrazione, si intrecciano in sognanti fantasmagorie, sono le peculiari qualità che compongono la produzione artistica di Manuele Vezzali.
Questo giovane artista sa comunicare, nelle sue surreali composizioni, i simboli della continuità della vita, cercando di farne oggetto di indagine quasi di investigazione perché ciò che è trasfigurazione, di fatto, traduce i sensi di gioia e di paura che animano i nostri pensieri, il nostro modo di essere.
E’ una pittura dai forti contrasti cromatici dove le “fantasticherie” aboliscono le distanze ed accentuano il senso della solitudine dell’uomo. Le immagini agiscono come “segnalibro”, un indice di memoria per non dimenticare chi siamo, la nostra nuda consapevolezza del moderno mutismo espressivo e della progressiva assenza della presenza dell’altro. Manuele Vezzali è consapevole di vivere una nuova epoca dove le grandi rivoluzioni culturali e sociali hanno cancellato il passato fatto di censure e di tirannie ma non hanno realizzato quelle utopie, quei territori di vera autonomia e di benessere. I colori “blu” e “rosso” sono, in effetti, emblematici poiché non risolvono i nostri dubbi, anzi ne accentuano ogni problematicità ed antinomia. Sono i colori che oppongono l’infinito alla relatività del presente; il senso di libertà e di ricerca di spazi immensi in contrapposizione con gli inevitabili silenzi delle identità senza volto.

Prof. Franchino Falsetti - Critico d’Arte

 

 La leggerezza delle visioni

Interrogarsi sul significato e sul destino dell’arte, sulle sue flessibilità rispetto alle continue trasformazioni culturali e sociali, può apparire uno sterile esercizio accademico od astratto, ma scoprire che l’arte non è un semplice derivato, nè tanto meno un “precipitato” ideologico confezionato dalle mode consumistiche e competitive, è, certamente, un forte incoraggiamento per continuare ancora a provare le emozioni del vedere, sentirsi rapiti dalla leggerezza delle visioni.
Tutto questo fa parte del progetto creativo del giovane artista Manuele Vezzali. La sua produzione è un work in progress, i suoi soggetti sembrano uscire da un segreto mondo interiore dove si nascondono le parole dell’inconscio, le metamorfosi dei luoghi e dei racconti mitici. La sua ricerca è fatta di surreali combinazioni dove prevale l’esigenza dello spazio infinito, che va oltre la suggestione di trovarsi in mondi impossibili, dove fasci di luce irrompono sui forti contrasti scenografici dei colori dell’inconscio.
Il suo rapporto con l’arte è intimistico : si potrebbe dire che i suoi quadri siano delle “scritture”, un modo per sottolineare non solo i propri sentimenti, ma il desiderio di esprimere l’inesprimibile.
Il suo mondo è fatto di voli fantastici e di abbandoni psicologici: il suo  desiderio è sentirsi un nuovo barone di Munchausen che non su una palla di cannone ma su un indomabile Ippogrifo volteggia tra i pianeti sconosciuti della sua vita interiore e questo lo emoziona e rende le sue immagini ricche di un fascino quasi fiabesco.
Non a caso i suoi quadri richiamano lo sguardo futurista, cioè il senso di libertà, di vedere le cose nelle loro simultaneità prive del senso materico e della pesantezza storica.

La consapevolezza di voler giocare tra il razionale e l’irrazionale, tra il rigore formale e l’anarchia dell’inconscio, rende la sua produzione ricca di stimoli non solo estetici ma di una particolare espressività quasi spirituale dove l’elemento irreale e surreale agisce come antidoto al piatto conformismo del nostro immaginario,ormai, logorato dagli eccessi consumistici del processo di omologazione.
I colori blu e rosso sono dominanti e danno la chiave di lettura al suo progetto artistico : le sfumature ed i contrasti cromatici rendono discorsivi i gradi dell’inventività e la sua elaborazione e nello stesso tempo ci offrono attimi di abbandono e di trasporto in un sospeso infinito del mistero dell’esistenza.
Le figure simboliche come il “toro” o il “cavallo” sono le metafore del nostro agire, della nostra coscienza, del nostro modo di voler essere.
L’artista Manuele Vezzali nella sua, per ora , limitata produzione mostra, con spiccata personalità, il temperamento del ricercatore delle forme espressive considerandole non fatti episodici, ma vere modalità per raggiungere una propria specificità comunicativa.
Il suo vedere le immagini attraverso la magia dei sogni, il suo guardare le cose come se non ci appartenessero, il suo voler “volare” tra i mondi della realtà e dell’immaginazione con la leggerezza del pensiero, costituiscono la premessa per una originale e personale produzione artistica.
“Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume”. (P.Valéry)

Prof. Franchino Falsetti - Critico d’Arte